Tra le più interessanti pronunce in materia di diritto di famiglia, si deve segnalare quella nella quale la Corte europe dei diritti umani ha dichiarato discriminatorio vietare l'adozione di bambini alle coppie omosessuali se i piccoli sono figli di uno dei due partner della coppia.
Lo ha stabilito oggi la Corte europea dei diritti umani in una sentenza emessa su un ricorso presentato da due donne austriache e dal figlio di una di loro. In sostanza, nelle coppie gay i partner devono avere il diritto ad adottare i figli dei loro compagni, cosi come avviene per le coppie eterosessuali non sposate.
La sentenza e' stata emessa dalla Grande Camera della Corte di Strasburgo a grande maggioranza e riguarda prettamente l'Austria, anche se i principi valgono per tutti gli altri 46 Stati membri del Consiglio d'Europa.
Il caso chiama in causa due donne che convivono da anni e il figlio che una di loro ha avuto da un uomo con cui non era sposata. Dopo aver concluso un accordo di adozione con il padre nel 2005 al fine di creare un legame legale tra il minore e la compagna della madre, le due donne si sono pero' viste respingere l'intesa da un tribunale locale, il quale ha rimandato all'articolo 182.2 del codice civile austriaco secondo cui la persona che adotta acquisisce i diritti del genitore naturale, e in questo caso quindi quelli della madre.
Una sorta di paradosso, che ha spinto la magistratura europea ad affermare che le autorita' austriache hanno violato i diritti dei ricorrenti discrimandoli sulla base dell'orientamento sessuale dei partner, cio' considerando che nel Paese l'adozione dei figli dei compagni e' possibile per le coppie eterosessuali non sposate.
Ad essere stati violanti, secondo la Corte di Strasburgo, sono stati gli articoli 14 e 8 della convenzione europea dei diritti umani, che sanciscono la non discriminazione e il diritto al rispetto della vita familiare. Dal canto suo la Corte ha tuttavia voluto precisare che gli Stati aderenti alla convenzione non sono tenuti a riconoscere il diritto all'adozione dei figli dei partner alle coppie non sposate.
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